Raffreddore, febbre, tosse, influenza, oltre a disturbi gastrointestinali e congiuntivite, malattie esantematiche come varicella, rosolia, morbillo e pidocchi sono i principali problemi che i bambini affrontano durante l'anno scolastico. Ma quando un bambino si ammala, quanto tempo deve stare a casa? Quanto tempo dovrebbe durare il recupero? E come si fa a sapere se un bambino si è davvero ripreso o no?
Non affrettarti
“Abbiate pazienza e non abbiate fretta di riportarlo a scuola troppo presto”, consiglia il pediatra Giuseppe di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). Spiega: "Nei primi anni di vita e in età scolare, il recupero è molto importante perché le infezioni tendono a diventare leggermente immunodepresse nel sistema immunitario di un bambino, il che significa che è più facile rigenerarsi".
Pertanto, è consigliabile che il bambino rimanga a casa per qualche giorno in più: non solo per evitare il contagio dei compagni, ma anche per ridurre il rischio di ricadute.
Tempo di convalescenza
Ma quali sono le fasce orarie giuste per un completo recupero? “Con le malattie respiratorie (otite media, faringite, rinite), così come con i raffreddori, non ci sono periodi fissi: ogni caso va analizzato singolarmente, a seconda della diagnosi e delle condizioni generali del bambino”, afferma Di Mauro. in generale, possiamo dire che se il bambino ha ancora la febbre, la tosse o lo starnuto, è consigliabile restare a casa fino alla scomparsa di tutti i sintomi”.
E se la malattia è in una febbre? "L'ideale è aspettare 24 ore, che indicheranno un completo recupero del bambino", consiglia l'esperto. Si ricorda che in caso di febbre un agente antipiretico va prescritto solo a temperature superiori a 38° e solo in caso di vera malattia del bambino, preferibilmente dopo 48 o 72 ore. Questo perché la febbre, che spesso è manifestazione di un'infezione virale, può non solo passare senza l'uso di farmaci, ma diventare anche alleata del bambino, creando condizioni ostili alla sopravvivenza del virus.
Febbre nei bambini, tutto quello che le mamme devono sapere
Per altre malattie che si diffondono tra i bambini, invece, si può stabilire un orario standard di scuola, tenendo presente, però, che va sempre valutato il quadro clinico di un singolo soggetto. “Ad esempio, se hai disturbi gastrointestinali, devi aspettare che siano passati vomito, diarrea e dolori addominali”, afferma Di Mauro.
Ancora: “In caso di congiuntivite, il bambino può rientrare in classe due giorni dopo l'inizio del trattamento, mentre per malattie come morbillo, rosolia, varicella (che si possono comunque facilmente prevenire con opportune vaccinazioni), bisognerà attendere almeno cinque giorni. Dopo questo periodo il bambino non è più contagioso, ma ovviamente bisogna sempre valutare come ci si sente. Lo stato di benessere di un individuo è sempre molto soggettivo».
D'altra parte, va anche ricordato che le malattie esantematiche indeboliscono notevolmente il sistema immunitario, quindi di solito è più facile che un bambino venga infettato quando torna in società.